News 

Ispra: si va in traghetto per raccogliere il Dna del mare ed esplorare la biodiversità

ROMA, 15 settembre – Utilizzare il Dna estratto da campioni ambientali come acqua di mare e dolce, suolo e persino aria per identificare gli organismi che vivono in un ampio ventaglio di habitat. Il ricorso al cosiddetto Dna ambientale è una pratica ormai decennale per gli ecologi molecolari. Il sequenziamento di queste piccolissime tracce di Dna si è rivelato molto efficace ai fini dell’individuazione simultanea di diverse specie da un unico campione, soprattutto per rilevare la presenza di specie elusive che solo raramente possono essere osservate direttamente.
Tuttavia, data l’onerosità del campionamento in aree marine lontane dalla terraferma, si punta adesso a effettuare prelievi a bordo di traghetti. E uno studio di Ispra con l’Università di Milano Bicocca, l’Università di Leeds, in partnership con Corsica-Sardinia Ferries, ha consentito di utilizzare una rotta campione tra Livorno e Golfo Aranci in Sardegna, una delle tratte del network internazionale che dal 2007 monitora a vista cetacei e altra macro-fauna lungo le principali rotte commerciali in Mediterraneo (Fixed Line Transect Mediterranean monitoring Network).
Il nuovo metodo si avvale del sistema di raffreddamento dei motori – a cui viene applicata una derivazione dedicata – per la raccolta del campione d’acqua marina. Dopo averlo filtrato, il Dna è stato estratto e portato per il sequenziamento presso il centro di genomica dell’Università di Leeds. I dati risultanti sono stati confrontati con un database globale del Dna per identificare le corrispondenze con le sequenze di riferimento, fornendo una ripartizione della composizione delle specie in ciascuno dei campioni analizzati.
“Utilizzando marcatori di Dna messi a punto dal team di Milano Bicocca per rilevare i vertebrati marini, i ricercatori hanno riscontrato nei campioni raccolti dal traghetto le tracce di DNA di una vasta gamma di vertebrati, che vanno dai piccoli pesci-preda alla base della catena alimentare, come acciughe e sardine, a pesci-predatori più grandi come il tonno e il pesce spada, fino ai delfini ed ai giganti del mare tra cui balenottere comuni e capodogli. È stato rilevato l’eDNA di circa 100 specie di vertebrati, con una composizione delle specie che riflette fedelmente quella nota nel Mediterraneo dalle tecniche di indagine convenzionali”, dicono dall’Ispra.

L’Istituto conclude: “I risultati della genetica hanno messo in evidenza il potere che l’eDna ha nel rivelare variazioni ecologiche su larga scala anche in habitat difficili da studiare. La possibilità di ottenere dati sui grandi vertebrati in contemporanea con altre specie chiave della catena trofica e di avere informazioni anche delle ore notturne apre una frontiera nello studio dell’ecologia marina fornendo nuove possibilità per completare le informazioni ottenute con le metodiche utilizzate fino ad oggi e per supportare le attività di monitoraggio e conservazione”.

Lo studio:

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmars.2021.704786/full

Related posts

Leave a Comment

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: