Comunicato INGV 16 giugno 2021:Codici di comportamento e libertà di ricerca
L’ipotesi di codice di comportamento che il Direttore Generale f.f. dell’INGV, Dott. Massimo Bilotta, ha sottoposto al personale il giorno 1 Giugno 2021 (lettera Prot. N.0010680/2021 del 01/06/2021), per i passaggi formali previsti prima dell’approvazione definitiva, desta forte sgomento per i contenuti che riteniamo profondamente lesivi delle prerogative di autonomia, libertà di ricerca e di espressione, garantite dall’Art. 33 della Costituzione, dalle norme vigenti, dalla Carta Europea dei Ricercatori e dal vigente Contratto Collettivo Nazionale.
La lettura del documento evidenzia molteplici aspetti critici, di diversa natura e gravità, che riguardano il suo intero impianto, nei suoi aspetti formale e sostanziale. Auspichiamo che la procedura aperta di consultazione avviata dall’Amministrazione sia l’occasione per una profonda revisione del testo. Quest’ultimo, nella sua forma attuale, costituisce una novazione fortemente peggiorativa del codice di comportamento in vigore, della quale si fatica a comprendere la ratio.
Gli aspetti più critici si concentrano negli articoli 9, 10 e 13: essi mortificano la dignità professionale della figura del ricercatore e del tecnologo, e meritano una mobilitazione immediata all’interno dell’Ente. Gli articoli citati vanno nella direzione di ridurre ricercatori e tecnologi a esecutori di “direttive ricevute”, prefigurando una loro subordinazione gerarchica che è esplicitamente esclusa dal CCNL 2009 (art. 12, comma 4), dal CCNL 2018 (art. 80, comma 2) che richiamano il dettato del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 (Art. 15, comma 2), “Nelle istituzioni e negli enti di ricerca e sperimentazione, nonché negli altri istituti pubblici di cui al sesto comma dell’articolo 33 della Costituzione, le attribuzioni della dirigenza amministrativa non si estendono alla gestione della ricerca e dell’insegnamento.”. Tale subordinazione gerarchica arriva a limitare la libertà costituzionale di espressione dei Ricercatori e Tecnologi, imponendo una serie di vincoli su contenuti e modalità di comunicazione dei risultati scientifici.
Riteniamo che aver incluso i contenuti descritti nei citati articoli 9, 10, 13 nella bozza sottoposta a un vaglio del personale (probabilmente un passaggio ritenuto una mera formalità) sia da parte dell’Amministrazione una inaccettabile azione di stravolgimento del ruolo professionale dei Ricercatori e Tecnologi dell’INGV. A norma dello Statuto del nostro Ente, è bene ricordarlo, l’Amministrazione deve avere funzioni di supporto e non certo di direzione delle attività di ricerca. Ricordiamo anche che il testo del D.Lgs. n. 218 del 25 Novembre 2016, all’Art. 2 comma 1, lettere a,b,c recita:
Gli Enti nei propri statuti e regolamenti (…) assicurano tra l’altro, ai ricercatori e ai tecnologi:
- a) la liberta’ di ricerca;
- b) la portabilita’ dei progetti;
- c) la diffusione e la valorizzazione delle ricerche;
Sempre nello stesso D.Lgs. n. 218 all’Art.2, comma 2 lettera f), si legge che favorire la divulgazione delle proprie ricerche è addirittura un dovere per Ricercatori e Tecnologi. Alla luce di tutta la normativa vigente, ivi compresi i diritti costituzionali fondamentali che tutelano la libertà di espressione per tutti i cittadini, l’Art.10 della bozza di codice di comportamento sembra addirittura contraddire i principi fondamentali della carta costituzionale, che il Legislatore ha opportunamente rafforzato con norme anche più specifiche proprio per quel settore cruciale, la Ricerca Scientifica, in cui la più assoluta libertà di pensiero ed espressione risulta inalienabile.
Prendiamo inoltre spunto da questa vicenda per ricordare che l’Art. 2 comma n) della Legge n. 218 del 25 Novembre 2016 stabilisce che i membri eletti dal personale ricercatore e tecnologo in seno al massimo organo di governo dell’INGV svolgono il ruolo di “…rappresentanza elettiva di ricercatori e tecnologi negli organi scientifici e di governo degli enti”, e come tali essi hanno il compito di raccogliere e portare, con la dovuta opera di sintesi, in Consiglio di Amministrazione le istanze dei colleghi Ricercatori e Tecnologi.
Chiediamo che la presente bozza sia riscritta nei punti che violano le norme di legge e contrattuali, eventualmente usando come riferimento analoghi testi di altri EPR, quali ad esempio il Codice Etico CNR o INFN, molto più snelli, chiari e soprattutto rispettosi della normativa vigente e delle prerogative di Ricercatori e Tecnologi.
FGU – Dipartimento Ricerca – INGV
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