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Ricerca, Messa: “Riforma del pre-ruolo? Anticipare la parte che va chiusa entro il 30 giugno”

ROMA, 27 maggio – Il Pnrr deve diventare una calamita per favorire l’attrazione e il rientro dei ‘cervelli’ in Italia. Su questo obiettivo, non a caso, il piano stanzia circa 600 milioni di euro. Nella sua audizione in Senato, di fronte alle commissioni Affari costituzionali e Istruzione, circa il decreto Pnrr 2 e l’attuazione del Recovery, la ministra dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, ha spiegato: “Si tratta di interventi finalizzati in parte a sostenere 900 giovani ricercatori dotati di Sigillo di Eccellenza all’interno delle azioni Marie Skłodowska-Curie nei Programmi quadro Horizon 2020 ed Horizon Europe, e ad incentivare il reclutamento di 300 ricercatori vincitori di specifici grants attribuiti dallo European Research Council, mediante forme di chiamata diretta da parte delle università e degli enti pubblici di ricerca per la copertura di posti da ricercatore a tempo determinato”. La ministra ha poi chiarito, riferendosi in particolare all’articolo 14 del decreto, che “si tratta del più importante investimento, previsto nel Pnrr, rivolto al tema del cosiddetto ‘rientro dei cervelli’. L’obiettivo ultimo di queste previsioni di legge è quello di creare reali condizioni di attrazione, in Italia, di giovani studiosi da tempo impegnati in attività di ricerca all’estero”. Le linee di azione sul tema, va detto, sono dettate dall’Investimento 1.2 della Missione 4, Componente 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Sull’articolo 44, invece, Messa ha chiarito: “La proposta di riforma, per la parte interferente con il sistema universitario, reca con sé una necessaria dose di  flessibilità per far sì che essa sia, allo stesso tempo, organizzativamente sostenibile dal sistema medesimo e maggiormente attrattivo per gli studenti: flessibilità, dunque, sia di natura organizzativa, poiché la riforma non prevede la istituzione di strutture nuove, ma solo la individuazione delle strutture che, all’interno delle università, svolgano da coordinamento dei percorsi formativi dei discenti, anche post lauream, sia di natura formativa, poiché il nuovo meccanismo lascia ampia libertà, anche in relazione alla vocazione dei singoli, di acquisire i Cfu necessari per l’abilitazione sia in costanza del percorso di laurea, sia attraverso una integrazione dello stesso con percorsi post lauream”.
Altro punto nodale è la riforma del pre-ruolo universitario, oggi all’esame della Commissione Istruzione di Palazzo Madama, dopo un primo voto favorevole alla Camera, con la scadenza cogente che il Pnrr fissa al prossimo 30 giugno. Messa innanzitutto ha fatto una precisazione: “La nuova regolamentazione non è applicabile in tutte le procedure di reclutamento di ricercatori e tecnologi presso gli enti pubblici di ricerca vigilati dal Mur, perché per essi continua a valere la disposizione specifica che garantisce una particolare autonomia” a vantaggio degli enti pubblici di ricerca vigilati dal MUR”.
Secondo la ministra, comunque, “l’esame del provvedimento” in commissione è a “uno stadio avanzatissimo”, tuttavia “proprio la concomitanza” con il lavoro sul dl Pnrr 2 “rischia di generare un problema di calendario parlamentare”, tenuto conto della scadenza così imperativa e ravvicinata. Dunque, per Messa, sarebbe “opportuna l’opzione che la stessa settima commissione, nel corso della conversione di questo decreto legge, licenzi quella parte della proposta di legge che è ritenuta dalla Commissione Ue target inderogabile del 30 giugno”. Messa quindi ha sottolineato che “questa opzione lascia, in ogni caso, in piedi la restante parte della proposta di legge parlamentare 2285, con particolare riferimento alla riforma del reclutamento in tenure degli enti pubblici di ricerca, che resterà sottoposta all’esame del Senato” e che anzi potrebbe diventare la sede, per la titolare del MUR, di “ulteriori misure di riforma del sistema di reclutamento alle quali sta lavorando il Governo, con particolare riferimento al più generale tema dei concorsi universitari”.
Infine, Messa ha parlato degli “interventi ‘abilitanti’ sul altre misure” come quella “in materia di diritto allo studio”, con la quale “abbiamo chiarito che le ingenti risorse a tal fine previste dal Pnrr, ben 500 milioni in due anni, per quanto siano state allocate sul Fondo integrativo statale (Fis), non richiedono l’ulteriore contribuzione da parte delle Regioni”.

L’audizione sulla web tv del Senato
https://webtv.senato.it/webtv_comm?video_evento=240749

DL PNRR 2, MESSA: PRECISARE AUTONOMIA PER RECLUTAMENTO ENTI RICERCA VIGILATI

DL PNRR 2, MESSA: PRECISARE AUTONOMIA PER RECLUTAMENTO ENTI RICERCA VIGILATI (Public Policy) – Roma, 26 mag – “C’è un chiarimento da fare relative all’ambito di applicazione delle disposizioni del decreto in tema di reclutamento del personale delle pubbliche amministrazioni. La nuova regolamentazione non è applicabile in tutte le procedure di reclutamento di ricercatori e tecnici presso gli enti pubblici di ricerca vigilati dal Mur, perché per essi continua a valere la disposizione specifica che garantisce una particolare autonomia a riguardo. di precisare il persistere di questa clausola di specificità e autonomia a vantaggio degli enti pubblici di ricerca vigilati dal Mur”. Lo ha detto il ministro dell’Università e della ricerca,, in audizione davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Istruzione del Senato sul dl Pnrr 2 per i profili di sua competenza. (Politica pubblica) @PPolicy_News FLA 260930 mag 2022

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