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MUR, Bernini: Incremento fondi università e ricerca oltre il Pnrr

ROMA, 16 novembre – “Il Pnrr deve costituire non solo l’occasione di una inversione di tendenza, ma il vero e proprio innesco di un rinnovamento profondo e duraturo” e anche “per le iniziative che inevitabilmente, per propria natura, assumono il carattere di temporaneità sarà un mio preciso impegno promuovere l’incremento strutturale delle dotazioni dei fondi ordinari annuali da assegnare alle università e agli enti pubblici di ricerca, a partire dal Fondo integrativo statale per le borse di studio”. Lo ha detto al question time della Camera il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
“Incrementi analoghi potranno essere adottati negli anni a venire per ciò che attiene alle principali fonti di finanziamento delle Università e degli Enti per il diritto allo studio – ha proseguito Bernini – ovvero il Fondo di Funzionamento Ordinario (FFO) e Fondo ordinario per enti e istituzioni di ricerca (FOE), evitando la drastica diminuzione di risorse annuali a disposizione dei medesimi, una volta che il PNRR sarà definitivamente concluso”.
“E’ un tema rilevantissimo e assolutamente strategico per il Paese, prima ancora che per l’unversità e la ricerca, l’impegno per il finanziamento della ricerca specie in relazione alle prospettive del periodo successivo, oltre il 2026, all’attuazione del Pnrr”, ha detto poi la ministra, secondo cui è necessario “individuare e attivare interventi che pur nel rispetto dei limiti imposti dalle esigenze di sostenibilità di bilancio, diano alla ricerca un supporto quantitativamente adeguato, ma soprattutto stabile e continuo. La stabilità dei finanziamenti riveste importanza almeno pari alla loro entità”. “Vogliamo lavorare tra l’altro e in particolare – ha chiuso Bernini – alla definizione di un piano di investimenti pluriennali a favore della ricerca fondamentale, che sia orientato al mondo delle università e degli enti di ricerca. Dare continuità e stabilità agli investimenti pubblici in ricerca significa credere nella capacità di innovazione del nostro Paese e dei suoi giovani, costruendo per loro un contesto strutturale in grado di resistere a sostegni finanziari temporanei e precari”.

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